malattie

Sangue ed emocomponenti: quali malattie possono curare?

Facebook
Instagram

Sangue ed emocomponenti:
quali malattie possono curare?


22 Novembre 2019 | Redazione

Abbiamo già spiegato che la donazione può essere di diversi componenti e non solo di sangue. Esistono infatti la donazione di sangue intero, quella di plasma (plasmaferesi), quella di piastrine (piastrinoaferesi) e la donazione multipla di emocomponenti. Ma in che modo questi diversi elementi possono venire utilizzati per aiutare le persone malate?

 

Per molte persone il sangue e gli emocomponenti sono una terapia indispensabile per la sopravvivenza: i globuli rossi ad esempio, sono fondamentali in caso di perdite ematiche ed anemia; le piastrine sono indispensabili per le malattie emorragiche mentre in caso di grosse ustioni, tumore del fegato e carenza dei fattori della coagulazione serve il plasma. Infine, i plasmaderivati e i fattori VIII e IX servono per l’emofilia A e B; immunoglobina e albumina per alcune patologie del fegato e dell’intestino.

Facebook
Instagram


esami del sangue

Esami del sangue di controllo: cosa si guarda nel donatore?

Facebook
Instagram

Esami del sangue di controllo:
cosa si guarda nel donatore?


07 Novembre 2019 | Redazione

Donare il sangue permette di avere un continuo controllo sulla propria salute grazie agli esami approfonditi a cui il donatore è sottoposto. Ad ogni donazione infatti i donatori vengono sottoposti a esame emocromocitometrico completo. 

 

Vengono infatti eseguiti: sierodiagnosi per la Lue (per la sifilide); HIV Ab 1-2 (per l’AIDS); Hbs Ag (per l’epatite B ); HCV Ab (per l’epatite C); HCV NAT; test sierologico per la ricerca combinata di anticorpo anti HIV 1-2 e antigene HIV; anticorpi anti-Treponema Pallidum (TP) con metodo immunometrico; HBV NAT; HIV 1 NAT.

 

Questo permette di avere sempre un quadro clinico aggiornato e, in caso ci siano anomalie, di individuarle immediatamente. Ogni anno inoltre i donatori vengono sottoposti a esami per controllare glicemia, creatininemia, alanin-amino-transferasi, colesterolemia totale e HDL, trigliceridemia, protidemia totale, ferritinemia. 

Scopri anche: tutti i benefici della donazione di sangue

Facebook
Instagram


Permessi lavoro per donatori

Permessi di lavoro retribuiti per donare il sangue. Come funziona?

Facebook
Instagram

Permessi di lavoro retribuiti per donare il sangue.
Come funziona?


17 Ottobre 2019 | Redazione

Lo Stato italiano riconosce dei permessi speciali per chi si assenta dal lavoro per donare gratuitamente il sangue. Questi permessi sono retribuiti ed erogati dal datore di lavoro, ma vengono coperti dall’INPS con una apposita indennità. 

 

Sono previste determinate condizioni per essere idonei a ricevere tale permesso che spetta ai lavoratori subordinati e non è prevista invece per lavoratori autonomi e parasubordinati.  

 

Inoltre, per ottenere la retribuzione, devono essere donati almeno 250 gr di sangue ed effettuare la trasfusione in un centro raccolta o centro trasfusionale autorizzato dal Ministero della Salute. 

 

Il permesso dal lavoro che viene concesso ha una durata di 24 ore da quando il dipendente si assenta dal lavoro per effettuare il prelievo o dal momento in cui esso ha effettuato la donazione e risulta dal certificato della donazione. L’INPS quindi retribuisce solo le ore di lavoro non prestate per un totale di 8 ore. L’importo che spetta al dipendente donatore di sangue viene anticipato in busta paga dal datore di lavoro e verrà recuperato poi dall’INPS dopo la dichiarazione del modello F24 entro il 16 del mese successivo.

 

Per ottenere il permesso retribuito il donatore di sangue deve consegnare al suo datore di lavoro: la dichiarazione che attesti la donazione gratuita con indicate le ore di permesso e la retribuzione percepita e il certificato rilasciato dal medico che ha eseguito il prelievo contenente: dati anagrafici, giorno, ora e quantità di sangue donata.

 

Se il dipendente dovesse risultare non idoneo alla donazione di sangue avrà comunque diritto al permesso retribuito solo per le ore di assenza dal lavoro in cui si è recato al centro trasfusionale per eseguire il test di idoneità. 

 

Esiste un limite di 4 donazioni all’anno per cui si possono chiedere questi permessi. Il datore di lavoro, infine, non può rifiutarsi di concedere questo permesso come dichiarato dal D.M. 3 marzo 2005. Il dipendente deve tuttavia comunicare in tempo la decisione secondo le modalità eventualmente previste dal CCNL a lui applicabile o il regolamento aziendale. 

Facebook
Instagram


benefici donare sangue

I benefici sulla salute per chi dona il sangue

Facebook
Instagram

I benefici per chi
dona il sangue


10 Ottobre 2019 | Redazione

Donare il sangue è un gesto molto semplice ma in grado di cambiare la vita di molte persone, i donatori infatti fanno la differenza quando si parla di persone che non godono di buona salute. Ma la donazione non aiuta solo i pazienti, è anche un grande vantaggio per chi contribuisce in prima persona.

 

Riduzione dei rischi: diabete e apparato cardiovascolare

 

Numerosi studi scientifici hanno portato gli esperti ad affermare che donare il sangue almeno una volta l’anno porti vari benefici. La donazione infatti abbassa i livelli di ferritina tissutale e in questo modo il donatore riduce il rischio di contrarre diabete o altre patologie dell’apparato cardiovascolare. Il prelievo riduce inoltre la viscosità ematica, migliorando la circolazione capillare e favorendo una più efficace ossigenazione dei tessuti. Difatti, aiutando il sangue a diventare più fluido, i donatori saranno meno inclini a sviluppare un infarto acuto del miocardio e problemi come la formazione di trombi.

 

La visita e i controlli preliminari

 

Il secondo vantaggio, da non sottovalutare in nessuna occasione, è sicuramente la cara vecchia visita preliminare, una fonte di dati importantissima per conoscere la propria salute. Il donatore di sangue viene infatti sottoposto a una visita preliminare dove il medico analizza gli esami ematochimici che comprendono l’emocromo completo e il controllo di colesterolo, proteine, trigliceridi, glicemia, creatinina e ferritina. Altri test vengono fatti in laboratorio e riguardano patologie infettive di vario genere.

 

Controlli frequenti e analisi aggiornate

 

Ogni anno il donatore viene sottoposto quindi ad accurate visite di monitoraggio che verificano lo stato di salute del soggetto e in particolare analizzano i dati riguardanti glicemia, creatinina, colesterolo totale e HDL, trigliceridi e proteine totali. Inoltre ogni donazione prevede un’analisi accurata del materiale prelevato, che viene sottoposto a emocromo con formula, test per l’epatite B e C e per l’HIV. In questo modo il donatore ha sempre a disposizione i propri valori e risultati.

 

Donare il sangue è semplice e sicuro. Il prelievo è eseguito nel rispetto delle norme igieniche e gli operatori prelevano solo 450 millilitri di sangue (su un totale di circa 7 litri). Donare è un piccolo gesto, ma può salvare una vita.

Facebook
Instagram


Tipologie donazione di sangue

Le varie tipologie di donazione: non solo sangue intero

Facebook
Instagram

Le varie tipologie di donazione:

non solo sangue intero


25 Settembre 2019 | Redazione

Sangue intero, plasma, piastrine! Conosci tutte le tipologie di donazione? 

 

Quando si parla di donazione solitamente ci si riferisce a quella di sangue intero, ma non tutti sanno che esiste un'altra tipologia di prelievo: l'aferesi!

 

Questa pratica si svolge attraverso un macchinario chiamato separatore cellulare, questo estrae il sangue come in una donazione tradizionale per poi immetterlo in un circuito che separa i singoli emocomponenti, così da poter reintegrare i restanti nell'organismo del donatore. Secondo le necessità del caso si sceglie il componente più adatto alla trasfusione, che viene separato dal sangue intero attraverso diverse tipologie di aferesi.

 

Con Fidas Parma è possibile donare in:

 

- piastrinoaferesi (o trombocitoaferesi) per separare le piastrine;


- plasmaferesi per separare il plasma e le proteine plasmatiche;

 

- aferesi multicomponenti di plasma e piastrine;

 

Il prelievo in aferesi è ripetibile con maggiore frequenza rispetto al tradizionale (plasma e piastrine si rigenerano in soli 14 giorni), ma risulta mediamente più lungo nei tempi di esecuzione, che variano in base al componente scelto.

 

La donazione in aferesi è consigliata ai donatori che hanno bassi valori di emoglobina ed emacrito, a chi ha ridotte riserve di ferro o ai donatori dal gruppo sanguigno AB (in quanto donatore universale di plasma).

Facebook
Instagram


Perchè alle donne è consigliata la donazione di plasma?

Facebook
Instagram

Perchè alle donne è consigliata la donazione di plasma?


16 Settembre 2019 | Redazione

La donazione di sangue per le donne non è sempre facile: bassi livelli di ferro nel sangue o perdite ematiche date dal flusso mestruale possono creare difficoltà. Non tutte le donne sanno però che possono donare comunque il plasma senza quelle controindicazioni che possono nascere dalla donazione del sangue intero.

 

La donazione di plasma non solo è importantissima per la produzione di alcuni farmaci plasmaderivati, farmaci salva-vita utilizzati per esempio per il trattamento di malattie rare come l’emofilia A e B, ma è anche più indicata per le donne e per chi soffre di livelli bassi di emoglobina.

 

La plasmaferesi comporta l'estrazione della sola componente liquida del sangue, il plasma, attraverso l'utilizzo di un separatore cellulare. Questa macchina prevede cicli di prelievo in cui viene convogliato tutto il sangue intero all'interno di una campana e cicli di reinfusione in cui vengono restituiti al donatore solo i globuli rossi. Questo consente di produrre un emoderivato utile per il ripristino volemico in quei pazienti che necessitano reintegrazione di liquidi. Inoltre all'interno di questo prodotto sono presenti diverse proteine che svolgono funzioni biologiche, quali l'albumina, i fattori della coagulazione e le immunoglobuline, fondamentali in tutti quei soggetti che per cause congenite o acquisite hanno bisogno della somministrazione di questi prodotti che vengono lavorati dal plasma e utilizzati come farmaci.

 

Per questi motivi, quindi, la donazione di plasma è straordinariamente utile, riveste un importante ruolo clinico e farmaceutico al pari della donazione di sangue intero. È possibile donare plasma a partire da valori di emoglobina > 12,5 g/dL nell'uomo e > 11,5 g/dL nella donna, per questo risulta una modalità di donazione valida per le donne e per tutti quei soggetti che tendono a valori di emoglobina più bassi.

 

Questa procedura consente infatti di mantenere concentrazioni di emoglobina accettabili e ha un basso impatto sulle riserve di ferro, il cui principale deposito è rappresentato proprio dai globuli rossi. Nelle donne in età fertile, a causa delle cicliche perdite ematiche legate al flusso mestruale, questi parametri si aggirano mediamente intorno a valori più bassi, rendendole non idonee a più di 2 donazioni all'anno di sangue intero.

 

Per effettuare una donazione di plasmaferesi sicura ed efficace è consigliabile introdurre molti liquidi già dal giorno antecedente la donazione, evitare di esporsi al sole nelle ore più calde del giorno e limitare l'esercizio fisico, soprattutto nei mesi estivi. È importante donare in pieno benessere e dopo un sonno riposante e ristoratore. Tutti questi piccoli accorgimenti, compresa una leggera colazione priva di latte e latticini un'oretta prima, consentono all'organismo di sostenere adeguatamente la donazione, che pur essendo un gesto di grandissimo valore umano, rappresenta comunque un'azione invasiva. Per tutte le donatrici, con peso compreso tra i 50 e i 60 kg, bassi valori pressori o precedenti reazioni vasovagali, è inoltre possibile infondere durante le procedure soluzione fisiologica, in modo tale da ripristinare immediatamente la volemia della donatrice e garantire un più rapido recupero post-donazione.

Facebook
Instagram


Prima di andare in vacanza, vai a donare

Facebook
Instagram

Prima di andare in vacanza, vai a donare


03 Giugno 2019 | Redazione

Prima di partire per le vacanze  vedi di donare sangue.

 

D'estate, da sempre, le donazioni di sangue subiscono un calo fisiologico dovuto alle partenze per le ferie, all'abbassamento della pressione legata al caldo, alle sospensioni per i viaggi all'estero, a qualche concessione in più al cibo e all'alcool.

 

Bisogna però ricordare che in estate occorre la stessa quantità di sacche del resto dell'anno, perché non calano i malati che necessitano di trasfusioni, non calano gli interventi chirurgici, non calano i casi di emergenza. Aumenta invece la popolazione nelle località turistiche, aumentano gli incidenti stradali e di conseguenza il potenziale bisogno di sangue.

 

Far fronte a tutte le emergenze che possono verificarsi nel periodo estivo può essere quindi davvero complesso, senza il sostegno di vecchi e nuovi donatori. Quindi prima di partire per le vacanze estive ricordatevi di donare sangue. Questo piccolo gesto di responsabilità civile può infatti salvare la vita a molte persone.

 

E per contrastare i problemi di pressione dovuti al caldo ricordo di bere spesso e consumare pasti leggeri, ricchi di frutta e verdura di stagione e, soprattutto prima della donazione, è importante un'idratazione abbondante (acqua, caffè o thé poco zuccherati) e una colazione leggera (fette biscottate, marmellata senza zucchero, frutta), in particolar modo consigliati ai donatori con pressione tendenzialmente bassa.

 

Dott.ssa Alessandra Lupo

Facebook
Instagram


La donazione di sangue e i soggiorni all'estero

Facebook
Instagram

La donazione di sangue e i soggiorni all'estero


03 Giugno 2019 | Redazione

Il donatore che si reca all'estero sia per motivi professionali che per motivi personali, spesso al rientro è sottoposto ad un periodo di sospensione temporaneo dalle donazioni.

 

In linea di massima per  i viaggi in Europa non è prevista alcuna sospensione, anche se può accadere che in un determinato periodo si segnalino focolai epidemici circoscritti e temporanei. Mentre, quando si visitano Paesi non Europei, spesso accade che sia necessario dover osservare dei periodi di sospensione dalle donazioni che possono variare da  1 a 6 mesi a seconda delle malattie presenti in quel determinato Paese.

 

Il periodo di sospensione va applicato a prescindere da quanto tempo il soggiorno sia durato.

 

Sarebbe bene chiarire perchè si applica questa sospensione.

 

La sospensione dopo un viaggio fa parte delle cosidette sospensioni temporanee a tutela della salute del ricevente.

 

Il ricevente, ricordiamo, è un soggetto estremamente "fragile" che si trova spesso in uno stato di immunosoppressione e quindi per questo motivo più suscettibile allo sviluppo di malattie infettive.

 

Viaggiare in zone endemiche per particolari malattie può mettere il donatore a rischio di contrarre infezioni asintomatiche che possono però essere trasmissibili attraverso la donazione di sangue.

 

Esiste una "Tabella dei Paesi del Mondo" consultabile dal medico che si occupa della selezione del donatore, che viene costantemente aggiornata tenendo conto di  diversi fattori coinvolti nell'insorgenza di nuove malattie infettive e della recrudescenza di microrganismi considerati ormai debellati.

 

Il motivo per cui si applica la sospensione è, oltre il rischio di aver contratto un' infezione asintomatica, anche quello di essere in una fase precoce di una malattia, il cosidetto "periodo finestra", ossia il periodo che intercorre dal momento del contagio all' effettiva comparsa degli anticorpi o della sintomatologia. In questo periodo il donatore che si sottopone a test specifici potrebbe risultare negativo pur avendo contratto l' infezione ( ed essere quindi in grado di trasmetterla).

 

Il periodo di sospensione varia tenendo conto dei diversi patogeni e del loro diverso periodo di incubazione.

 

Il massimo della sospensione, ossia 6 mesi, è previsto per tutti quei Paesi dove esiste il rischio di contrarre malattie tropicali o per tutti quei Paesi ad endemia malarica, anche con rishio basso. Al rientro dai Paesi ad endemia malarica è prevista l'esecuzione di un test specifico diretto contro tutti gli anticorpi malarici ed è per questo motivo che è importante che il donatore segnali il posto che ha visitato anche se è già trascorso il periodo di sospensione. Il test può essere fatto contestualmente alla donazione.

 

Anche se il viaggio in alcuni posti non prevede l'esecuzione di specifici vaccini o di immunoprofilassi anti malarica non vuol dire che quel determinato posto sia privo di rischio malarico in quanto potrebbe semplicemente essere a basso rischio endemico, quindi abbastanza sicuro per un soggetto in buone condizioni di salute come il donatore, ma pericoloso per il ricevente in quanto soggetto spesso immunodefedato.

 

La donazione di sangue, essendo un atto volontario e un gesto di profonda responsabilità, necessita di una costante collaborazione tra medico e donatore, i quali  hanno un obiettivo comune, ossia la tutela della salute sia del donatore che del ricevente. Lì dove quindi la scienza non riesce a fornirci strumenti efficaci per raggiungere questo obiettivo dobbiamo insieme cooperare per garantire livelli di sicurezza  maggiori.

 

Consiglio inoltre a tutti i donatori che si recano all'estero di informarsi prima di venire a donare, anche telefonando presso il nostro centro, per sapere se nel Paese che si è andati a visitare è presente in quel momento un particolare rischio infettivo ed evitare quindi di venire esclusi al momento della selezione.

 

Dott.ssa Alessandra Lupo

Facebook
Instagram


La donazione di piastrine

Facebook
Instagram

La donazione di piastrine


30 Maggio 2019 | Redazione

La donazione di piastrine è importantissima. In molti casi, infatti, l’uso di piastrine da aferesi è preferibile rispetto all’uso di quelle da donazione di sangue intero: per ottenere la stessa quantità di piastrine che si ottengono da una singola donazione in aferesi (quantità necessaria come dose terapeutica per un adulto), ci vogliono circa 6/7 donazioni di sangue intero! Inoltre le piastrine da aferesi derivano da una procedura altamente selettiva e non contenendo altre cellule (globuli bianchi e rossi) riducono i rischi legati alle reazioni trasfusionali.

 

Per cosa vengono usate le piastrine da aferesi?

 

Principalmente per le cure di pazienti oncologici ed ematologici sottoposti a chemioterapia o come supporto al trapianto di cellule staminali emopoietiche. Non tutti i donatori possono donare le piastrine: occorre infatti averne un numero molto alto; inoltre hanno un’emivita molto breve e la loro richiesta è sempre molto alta.

Facebook
Instagram


La donazione di plasma: perché è importante?

Facebook
Instagram

La donazione di plasma: perché è importante?

   


23 Maggio 2019 | Redazione

Come il sangue intero e le piastrine, anche il plasma è importante: la sua donazione è necessaria per lo sviluppo di farmaci conosciuti come plasmaderivati.

 

Inoltre dal plasma si possono estrarre numerose sostanze: sali minerali, vitamine, glucosio, sostanze insolubili e proteine tra cui i fattori di coagulazione. Tra le varie sostanze che si possono estrarre dal plasma, anche gli anticorpi, indispensabili per la risposta immunitaria dell’organismo.

 

E per questo la donazione di plasma è importante: per i pazienti affetti da emofilia, ad esempio, che hanno un deficit di fattori di coagulazione, si possono somministrare questi fattori estratti dal plasma. Ci sono poi patologie particolari, legate ad esempio una carenza sistemica di anticorpi, dove viene somministrato plasma intero: ad esempio nei casi di gravi ustioni.

Facebook
Instagram