Facebook
Instagram

La donazione di sangue e i soggiorni all'estero


03 Giugno 2019 | Redazione

Il donatore che si reca all'estero sia per motivi professionali che per motivi personali, spesso al rientro è sottoposto ad un periodo di sospensione temporaneo dalle donazioni. In linea di massima per  i viaggi in Europa non è prevista alcuna sospensione, anche se può accadere che in un determinato periodo si segnalino focolai epidemici circoscritti e temporanei. Mentre, quando si visitano Paesi non Europei, spesso accade che sia necessario dover osservare dei periodi di sospensione dalle donazioni che possono variare da  1 a 6 mesi a seconda delle malattie presenti in quel determinato Paese. Il periodo di sospensione va applicato a prescindere da quanto tempo il soggiorno sia durato. Sarebbe bene chiarire perchè si applica questa sospensione. La sospensione dopo un viaggio fa parte delle cosidette sospensioni temporanee a tutela della salute del ricevente. Il ricevente, ricordiamo, è un soggetto estremamente "fragile" che si trova spesso in uno stato di immunosoppressione e quindi per questo motivo più suscettibile allo sviluppo di malattie infettive. Viaggiare in zone endemiche per particolari malattie può mettere il donatore a rischio di contrarre infezioni asintomatiche che possono però essere trasmissibili attraverso la donazione di sangue. Esiste una "Tabella dei Paesi del Mondo" consultabile dal medico che si occupa della selezione del donatore, che viene costantemente aggiornata tenendo conto di  diversi fattori coinvolti nell'insorgenza di nuove malattie infettive e della recrudescenza di microrganismi considerati ormai debellati. Il motivo per cui si applica la sospensione è, oltre il rischio di aver contratto un' infezione asintomatica, anche quello di essere in una fase precoce di una malattia, il cosidetto "periodo finestra", ossia il periodo che intercorre dal momento del contagio all' effettiva comparsa degli anticorpi o della sintomatologia. In questo periodo il donatore che si sottopone a test specifici potrebbe risultare negativo pur avendo contratto l' infezione ( ed essere quindi in grado di trasmetterla). Il periodo di sospensione varia tenendo conto dei diversi patogeni e del loro diverso periodo di incubazione. Il massimo della sospensione, ossia 6 mesi, è previsto per tutti quei Paesi dove esiste il rischio di contrarre malattie tropicali o per tutti quei Paesi ad endemia malarica, anche con rishio basso. Al rientro dai Paesi ad endemia malarica è prevista l'esecuzione di un test specifico diretto contro tutti gli anticorpi malarici ed è per questo motivo che è importante che il donatore segnali il posto che ha visitato anche se è già trascorso il periodo di sospensione. Il test può essere fatto contestualmente alla donazione. Anche se il viaggio in alcuni posti non prevede l'esecuzione di specifici vaccini o di immunoprofilassi anti malarica non vuol dire che quel determinato posto sia privo di rischio malarico in quanto potrebbe semplicemente essere a basso rischio endemico, quindi abbastanza sicuro per un soggetto in buone condizioni di salute come il donatore, ma pericoloso per il ricevente in quanto soggetto spesso immunodefedato. La donazione di sangue, essendo un atto volontario e un gesto di profonda responsabilità, necessita di una costante collaborazione tra medico e donatore, i quali  hanno un obiettivo comune, ossia la tutela della salute sia del donatore che del ricevente. Lì dove quindi la scienza non riesce a fornirci strumenti efficaci per raggiungere questo obiettivo dobbiamo insieme cooperare per garantire livelli di sicurezza  maggiori. Consiglio inoltre a tutti i donatori che si recano all'estero di informarsi prima di venire a donare, anche telefonando presso il nostro centro, per sapere se nel Paese che si è andati a visitare è presente in quel momento un particolare rischio infettivo ed evitare quindi di venire esclusi al momento della selezione. 

Dott.ssa Alessandra Lupo

Facebook
Instagram