CONSIDERAZIONI OPERATIVE SULL’ATTIVITÀ DI SELEZIONE DEL DONATORE DI SANGUE ED EMOCOMPONENTI IN AFERESI
08 febbraio 2023 | Ufficio stampa
La rete trasfusionale della Regione Emilia-Romagna è un’importante e strategica organizzazione che vede la presenza di diversi attori (professionisti sanitari ed amministrativi, istituzionali e del volontariato) che devono operare in sinergia, nel rispetto di valori e regole organizzative condivise ed omogenee sull’intero territorio regionale, al fine di assicurare sicurezza e qualità nella selezione dei donatori e nella gestione del sistema raccolta sangue ed emocomponenti che viene garantito da migliaia di cittadini ogni anno attraverso la donazione: un gesto vitale, gratuito e solidale. Ad oggi, la rete trasfusionale regionale è costituita da 11 Servizi Trasfusionali e da 197 sedi di raccolta di sangue ed emocomponenti sia di tipo pubblico che di tipo associativo, che nella nostra regione raccoglie direttamente circa il 70% di unità di sangue e plasma in un rapporto di forte sinergia. Il processo trasfusionale, dalla raccolta del sangue alla trasfusione, vede impegnati centinaia di operatori, medici ed infermieri, collaboratori del Servizio Sanitario Regionale e delle Organizzazioni di volontariato, che convocano il donatore, ne verificano l’idoneità, eseguono la raccolta. Sono eseguite esclusivamente dai Servizi le fasi successive, quali: il processo di lavorazione del sangue in cui intervengono le figure del biologo, del medico e del tecnico sanitario di laboratorio biomedico, e l’esecuzione delle terapie trasfusionali in cui sono di nuovo impegnati infermieri e medici. In tutti i passaggi sono, inoltre, indispensabili le figure degli operatori sanitari, degli autisti e della logistica per i trasporti interni ed esterni del sangue e dei suoi componenti. Grazie a questi professionisti, alle associazioni di volontariato con particolare riguardo ad AVIS e FIDAS (che garantiscono ogni anno più di 160.000 donatori attivi), e a tutti coloro che, a titolo volontario e gratuito, compiono questo gesto di civiltà e altruismo, il sistema sangue regionale è ingrado di mantenere l’autosufficienza, ma anche di continuare a donare sangue ad altre regioni o Paesi che, soprattutto in caso di emergenze, devono essere aiutati. La Regione Emilia-Romagna ha sempre contributo all’autosufficienza nazionale con andamenti diversificati, anche in piena pandemia grazie al lavoro sinergico delle associazioni di volontariato e della rete sangue. Allo stesso tempo è aumentato anche il conferimento di plasma per la lavorazione e la produzione di farmaci plasmaderivati che, oltre ad assicurare l’autosufficienza regionale, ci ha consentito di aiutare nazioni meno fortunate attraverso progetti di cooperazione internazionale. Tutto questo grazie alla responsabilità, alla professionalità e al tempo lavoro di tanti professionisti che garantiscono ogni giorno il funzionamento della rete in tutti i suoi ambiti funzionali. È, quindi, con piacere che ho voluto cogliere la pubblicazione di questa nota metodologica elaborata e condivisa dal gruppo di lavoro promosso e coordinato dal Centro Regionale Sangue dell’Emilia-Romagna per ringraziare chi oggi è impegnato in maniera continuativa o saltuaria nel sistema di raccolta sangue regionale, e in via preventiva tutti coloro che in futuro, avendo deciso di prestare la propria competenza al mantenimento di un obiettivo di salute fondamentale e imprescindibile come l’autosufficienza del sangue, si troveranno a consultare le pagine di questo “breve” ma importante documento. Raffaele Donini